Parkinson, schizofrenia e altre malattie nervose: un'unica molecola in comune
Roberto Pernas Alonso
Parole del premio Nobel in medicina e fisiologia del 2000 Paul Greegard, durante la sua lettura magistrale al Congresso della Società di Neuroscienze Americana, in corso a San Diego negli Stati Uniti, che vede riuniti più di 28.000 neuroscienziati di tutto il mondo.
Durante il suo intervento il Professor Greegard ha fatto un riepilogo dei meccanismi che avvengono all'interno di una cellula nervosa, meccanismi che convergono su un'unica molecola chiave chiamata "DARPP-32".
Dopo vari anni di lavoro da parte di Greegard e di altri ricercatori, è stato dimostrato che DARPP-32 è una molecola che risponde al neurotrasmettitore dopamina.
Cercando di capire come i neurotrasmettitori come la dopamina alterano la biochimica della cellula nervosa i ricercatori hanno scoperto che tutti i segnali coinvolgono questa molecola.
Durante il suo intervento Greegard ha precisato che questo risultato è stato veicolato anche dal fatto che durante gli anni di studio sono state presentate alcune evidenze sperimentali che dimostranno che non solo i farmaci utilizzati per combattere la schizofrenia, il disturbo da disattenzione e iperattività, il morbo di Parkinson, ma anche le sostanze di abuso (cocaina, eroina, marijuana) interagiscono con il sistema dopaminergico.
A favore di tutto ciò esiste l'evidenza che animali transgenici, che non esprimono la molecola DARPP-32, non rispondo alle sostanze d'abuso nè ai farmaci utilizzati per combattere la schizofrenia. Inoltre in questi animali non vengono riscontrati i danni cerebrali presenti in altri modelli animali in cui vengono soministrate sostanze d'abuso.
Nei mesi scorsi, ha detto Greegard, il suo laboratorio ha dimostrato che il farmaco L-Dopa, utilizzato nei pazienti parkinsionani, il metilfenidato nei pazienti con iperattività, l'aloperidoloper la schizofrenia, e il prozac modificano lo stato di fosforilazione di DARPP-32 (la fosforilazione è un meccanismo che altera lo stato conformazionale delle proteine, consentendo loro di compiere delle funzioni che sarebbero impossibili nello stato non fosforilato, ndr).
Greegard è convinto che quello che oggi si sa su questa molecola può essere utilizzato dalle industrie farmaceutiche per creare nuove e più efficaci terapie. "Potrebbero essere sviluppati farmaci intelligenti che possono interferire con i diversi nodi di questa ragnatela di segnali che converge in DARPP-32, per esempio si potrebbe agire semplicemente cambiando l'equilibrio che determina se DARPP-32 è nello stato fosforilato o meno".
Durante la sua presentazione Greegard è stato così preciso, che il Professor Donald Price, Presidente della Società di Neuroscienze, ha dichiarato di cominciare a capirci qualcosa solo adesso.
Comunque, Greegard ha sottolineato che a prescindere dal dettagliato modello di cui oggi si dispone relativo a come funzionano le cellule del sistema dopaminergico, lui è del parere che quello che oggi si sa è soltanto una piccola parte di esso.
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(l'autore è ingegnere nucleare, ha lavorato nel laboratorio di neurobiologia cellulare, molecolare e dello sviluppo dell'Istituto internazionale di genetica e biofisica del Cnr di Napoli, è direttore editoriale di Bio-Sfera Magazine e dell'Agenzia di giornalismo scientifico Bio-Sfera)
(in collaborazione con www.bio-sfera.net)
13 Novembre 2001
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