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lunedì 12 ottobre 2015

I benefici della pet therapy


Empatia e vicinanza trasformano l'interazione fra un essere umano e gli animali in un rapporto in grado di contribuire alla salute e migliorare il livello di benessere della persona


 - Sempre più ricerche hanno dimostrato l'efficacia terapeutica dell'impiego di cani, cavalli, criceti e persino asini o capre, un tempo ritenuti esclusivamente animali da lavoro: gli amici quattro zampe mostrano di aiutare i bambini a socializzare, oltre a innescare un processo di avvicinamento basato sulla fiducia e la capacità di lasciarsi andare, per questo vengono coinvolti con successo nel campo della riabilitazione motoria e nei casi di malattie altamente invalidanti.

I benefici della pet therapy

Nel 1981 negli Stati Uniti nasce la Delta Society, che per prima si occupa di indagare gli effetti terapeutici della compagnia degli animali: questi rappresentano i primi passi verso la scoperta e il riconoscimento della pet therapy, che oggi viene applicata con successo a problematiche quali autismo e depressione oltre a vedere molteplici applicazioni nel settore socio-assistenziale, dalle comunità di recupero alle case di riposo.

Se è Boris Levinson, psichiatra infantile, a pronunciarsi per primo, nel 1960, sui benefici del contatto con gli animali, attualmente l'effetto terapeutico della pet therapy è conclamato: gli animali abbassano i livelli di ansia e stress, possono ridurre problematiche legate all'umore, trasmettendo calore e affetto. Gatti e cani sono fra gli animali più utilizzati, insieme a cavalli, delfini e asini. L'onoterapia, praticata con asini, è considerata molto utile grazie alle dimensioni ridotte dell'animale e la tipica andatura lenta, capace di aiutare il paziente a non sentirsi isolato e, al tempo stesso, incentivare la facilità a abbandonarsi con maggior fiducia ai movimenti. L'operatore in questi casi ha il compito di facilitare la comunicazione fra uomo e animale: le mani diventano strumenti di conoscenza attraverso il tatto.

Nella pet therapy agisce una comunicazione non verbale in grado di instaurare un legame basato su vicinanza e empatia: le ultime ricerche mediche hanno definito gli animali acceleratori di relazioni umane. Le emozioni vengono espresse attraverso il tatto e la mimica: si realizza una comunicazione profondamente giocata su sincerità e autentica empatia, non mediata, né falsata. Le analisi condotte hanno dimostrato che durante una seduta si regolarizza il battito cardiaco, tendono ad abbassarsi pressione e glicemia, mentre i livelli di endorfine mostrano un miglioramento.

A chi è consigliata la pet therapy? I campi di applicazione sono numerosi: viene utilizzata con successo in presenza di stati d'ansia e depressione, problematiche dovute a periodi di degenza prolungata, post convalescenza in seguito a ictus e infarti, disturbi comportamentali e dell'apprendimento, riabilitazione motoria.

Chi è affetto da problemi di ansia, depressione e insonnia, insieme a pazienti colpiti da disturbi dell'apprendimento o dell'attenzione, problematiche a livello psicomotorio, sindrome di Down, autismo, demenze senili e malattie degenerative può trarre notevole giovamento da questa terapia di supporto, che al momento è presente in diversi centri di riabilitazione, scuole e laboratori. Grazie alla vicinanza con gli animali è possibile migliorare l'apprendimento, incoraggiare la capacità di fiducia e comunicazione. Inoltre, la pet therapy aiuta l'esercizio fisico, ha effetti benefici sulla soglia di resistenza al dolore, educa al rispetto verso il mondo e la natura, costituisce un aiuto per l'autostima.

sabato 3 ottobre 2015

Tra ferri e gomitoli antistress “a colpi” di dritto e rovescio

Dilaga anche a Modena la moda del fare la maglia Negozi, circoli, aperitivi. E tra i fans anche uomini
Sabato, giornata calda. All'imbrunire, ferri in mano - scorgo anche qualche uncinetto - se ne stanno sedute sulle panchine di fronte a San Francesco circondate da un arcobaleno di lana e cotone. Tutte signore. Alcune giovani, altre non più di primo pelo. Gli uomini latitano. «Per un certo periodo ai nostri incontri ha partecipato anche un uomo. E se cerchi su Facebook - mi suggerì Tiziana quando le strinsi la mano la prima volta - puoi trovare gruppi maschili votati alla maglia». Le ho creduto sulla parola e confesso di non aver approfondito. Magnifico strumento Facebook, non c'è che dire. Eppure, dopo anni, continuo a essere diffidente persino con il mio stesso profilo. Lei, Tiziana, sferruzza seria. Serena, pare in un mondo parallelo scevro di ansie e turbamenti. Ogni tanto scambia un sorriso con un'amica del Circolo di Penelope, consesso dei quindici (cifra che però ondeggia) «nato nel mio negozio in modo molto spontaneo» e diventato associazione culturale nel 2009.
Ecco a voi l'interpretazione nostrana e molto intima dello knitting bar di matrice anglosassone (da “to knit”, fare a maglia, annodare), trovata modaiola che da alcuni anni cavalca spavalda la cresta dell'onda. Lo dice Harvard: lavorare a maglia è terapeutico e rafforza il sistema immunitario. Chi “fa la calza” tiene lo stress al guinzaglio, frena i bollenti spiriti della pressione sanguigna, esorcizza demenza e Alzheimer.
Possiamo dunque sostenere che il knitting è la nuova, anzi antica e rivalutata, panacea per tutti i mali? Neppure l'autorevole università del Massachusetts osa sottoscrivere tale affermazione. Di sicuro darsi da fare con dritto e rovescio oggi è molto cool. Perlomeno in Inghilterra e Negli Stati Uniti. Pare infatti che le star habitué di tappeti rossi e lustrini siano ad un passo dall'ossessione maniacale.
«Nel nostro paese, se in sala d'aspetto ti metti a lavorare a maglia, susciti ancora un certo stupore. Ciò non toglie che negli ultimi anni siano in molti a cimentarsi con ferri e gomitoli. Non soltanto le nonne, ma anche ragazze giovani nonché bambine di dieci, dodici anni». Tiziana Soncini è anima e cuore di Dritto e Rovescio, tempietto della lana e del cotone al civico 144 di Piazzale San Francesco. Una bottega magica. Ha infatti il raro potere di illuminare persino i giorni neri come la pece. Sarà per i suoi cangianti inquilini, gomitoli tanto vivaci da sembrare vivi. O forse sarà per la presenza rassicurante della loro premurosa “mamma”. Di una gentilezza sobria ed essenziale, Tiziana è del tutto disinteressata all'effimera luce della ribalta. Che “to knit” sia un'attività molto “stilosa” la lascia indifferente. Lei ha sempre seguito il cuore e ha voluto condividere le proprie inclinazioni. Punto.
«Mia zia, in casa, aveva un piccolo maglificio. Insieme a mia madre mi ha trasmesso una passione che sin da piccola ho iniziato a coltivare con entusiasmo. È vero, accostare i colori è terapeutico, genera benessere. Al pari dello yoga, lavorare a maglia aiuta infatti a gestire meglio lo stress ed è anche un modo di stringere nuove amicizie. È proprio questo che mi lega alla maggior parte delle clienti che in Dritto e Rovescio identificano un luogo di incontro privilegiato: un rapporto di sincera amicizia».
Ma oltre alla bottega dei gomitoli magici quali sono gli anfratti cittadini deputati al knitting? «Il Circolo di Penelope in calendario ha sempre diverse attività che si adeguano alle stagioni. Quando infatti il clima lo consente spesso ci troviamo al parco Ferrari per un aperitivo in maglia. Oppure, qui in San Francesco, organizziamo cene al bar Massimo e Rossella. Inoltre, ogni quindici giorni, è Fusorari cibi e viaggi a ospitare il gruppo della lana e dei filati in piazzale


Sono tentata, lo ammetto. Ricordo che da bimba ero convinta di poter confezionare con i ferri sciarpe magnifiche da regalare a Natale alle mie petulanti e perfette cuginette. Peccato che il confronto con la loro abilità fosse impietoso. Che sia giunto il momento dei riscatto?

TRATTO DA: http://gazzettadimodena.gelocal.it/modena/cronaca/2015/06/28/news/tra-ferri-e-gomitoli-antistress-a-colpi-di-dritto-e-rovescio-1.11679581?refresh_ce