È facile farsi prendere dallo sconforto di fronte a pianti notturni, pile di pannolini, per non parlare delle ore distanti dal nostro piccolo quando è tempo di rientrare in ufficio. Ecco come gestire la maternità senza stress. Parola di due esperte (e mamme!)
di Marzia Nicolini
La paura di non essere all’altezza: ecco cosa accomuna moltissime neo mamme di ogni età. Ce lo raccontano, con una forte dose di empatia, Francesca Santarelli, psicoterapeuta familiare, e Giuliana Arena, consulente e formatrice aziendale, entrmabe blogger, nel nuovo libroMamme, no panic, edito da Sperling & Kupfer. «Un libro per fornire rassicurazioni e soluzioni e aiutare ogni donna a sentirsi la migliore delle madri per il proprio bambino». Senza paura di chiedere aiuto, ad esempio al proprio compagno. E imparando a mettere a tacere i sensi di colpa, «nel Dna delle mamme». Ecco dieci domande che ogni neo mamma prima o poi si pone, a cui le nostre esperte hanno prontamente risposto.
1. COME ANDRÀ IL PARTO? MI AIUTERANNO A CONTROLLARE IL DOLORE?È impossibile fare previsioni perché il parto è un avvenimento unico e irripetibile: per quanto ci siamo preparate, le incognite rimangono molte e avere paura è normale. È utile frequentare un corso di accompagnamento alla nascita, in modo da trovare anche uno spazio di condivisione con altre future mamme e potersi confrontare. Al momento del parto ci verrà poi assegnata un’ostetrica, che ci aiuterà nelle diverse fasi: è molto importante trovare una persona che ci ispiri fiducia, che ci faccia sentire accolte e coccolate. Infine, conviene informarsi in anticipo presso la struttura nella quale partoriremo se è possibile avere l’epidurale con continuità e fare quindi la visita con l’anestesista. Al momento sarà quindi possibile decidere se richiederla oppure no.
2. PAPÀ IN SALA PARTO: SÌ O NO?È importante aprire un dialogo nella coppia su questo punto, in modo che entrambi i partner manifestino i propri desideri, aspettative ed esigenze. Alcuni uomini non si sentono di assistere al parto. In questi casi la scelta va rispettata, non interpretandola come una mancanza di coinvolgimento. Al contrario, se non ci sentiamo di avere il papà accanto a noi, per il timore di doverci occupare anche di lui, lo possiamo spiegare senza preoccuparci di ferire l’altro o deluderlo. Per prendere una decisione in questo senso, può essere utile che anche il papà partecipi a un corso di accompagnamento alla nascita. Il rispetto della sensibilità di ciascuno è il primo passo per valutare serenamente la possibilità della presenza del papà in sala parto.
3. E SE POI NON AVRÒ ABBASTANZA LATTE E DOVRÒ RICORRERE A QUELLO ARTIFICIALE, SARÀ UN PROBLEMA PER LA CRESCITA DEL BAMBINO?L’allattamento è la prima forma di comunicazione tra la mamma e il suo bambino. Non si tratta semplicemente di offrirgli del latte allo scopo di nutrirlo, ma è un momento di profondo scambio affettivo. Il latte materno contiene sostanze preziosissime per la crescita del piccolo, ma dal punto di vista psicologico, non esiste un modo migliore di un altro per allattare. L’unica regola che davvero vale è la serenità della mamma: ingrediente fondamentale per assicurare la crescita serena del cucciolo. L’elemento più importante è che la poppata, al seno o artificiale, sia un momento di condivisione, di vicinanza emotiva e tranquillità.
4. SEMBRA NON DORMA MAI: MA IO QUANDO POSSO FARE UN PISOLINO O UNA DOCCIA?All’inizio sembra che trovare un regolarità e organizzare la giornata sia impossibile: ogni necessità viene espressa dal neonato in modo tanto dirompente che ci si sente di doverla soddisfare immediatamente. In realtà, con il trascorrere dei giorni, cercando di svolgere sempre nello stesso ordine le attività legate alla gestione del piccolo, si riusciranno a trovare dei ritmi più regolari. È chiaro che, nel momento in cui arriviamo a casa con un neonato, non possiamo pensare di occuparci di tutte le altre cose come facevamo prima. Sarà quindi indispensabile mettere da parte tutto ciò che non è urgente, cambiare priorità, imparare a delegare e chiedere aiuto per la gestione della casa, considerare il bambino il proprio principale impegno. Viene di solito spontaneo a tutte le mamme sfruttare ogni secondo libero e utilizzare il tempo in cui il bambino riposa per preparare la cena, dare una sistemata alla casa o fare il bucato. Meglio invece imparare a fare delle rinunce, a lasciar andare qualcosa, a darci una tabella di priorità con ordini invertiti rispetto a prima, facendo i conti con la nostra stanchezza e limiti fisici.
5. QUANDO PIANGE DEVO PRENDERLO SUBITO IN BRACCIO O RISCHIO DI VIZIARLO?Il bisogno di contatto fisico con la mamma è un’esigenza del neonato che va assecondata. Purtroppo invece, negli ultimi anni, si è diffusa l’idea per cui i neonati rischiano di essere “viziati” fin dalla nascita. Tutte queste regole, relative per esempio a quanti minuti aspettare prima di prendere in braccio il bambino, fanno perdere di vista la cosa più importante: l’istinto di madre, che è elemento centrale nella costruzione del rapporto con il piccolo. Spesso non si considera che un neonato non ha vizi da prendere o no, ma solo bisogni primari da soddisfare e, in questa fase della sua vita, le coccole ne fanno parte! Un neonato insomma è troppo piccolo per fare capricci o per essere “viziato”. Semplicemente, per il suo corretto sviluppo psicofisico ha bisogno del contatto pelle a pelle con la mamma.
6. MI SENTO MALINCONICA DA SETTIMANE; PASSERÀ/COSA DEVO FARE?La forma leggera e transitoria di depressione chiamata Baby Blues colpisce il 70 % delle neomamme, di solito tra il terzo e il quinto giorno dopo il parto, e scompare nel giro di pochi giorni o settimane. Se però questo stato di malinconia continua è importante parlarne con qualcuno che sentiamo molto vicino, così come può essere molto utile confrontarsi con altre mamme o con un ostetrica di fiducia. Senza timore e senza colpevolizzarsi: on siamo una cattiva madre perché ci sentiamo tristi e sole in questo momento, anzi, è del tutto normale! Partire da questa consapevolezza senza spaventarsi o giudicarsi per quello che si prova e dei pensieri anche “brutti” che si fanno è il primo passo per uscirne il prima possibile.
7. HA SPESSO IL RAFFREDDORE E LA FEBBRE, ANCHE ALTA: È NORMALE?Può capitare che un bimbo anche piccolo si ammali spesso, soprattutto se va al nido o se ha un fratellino maggiore. Non bisogna sentirsi in colpa se il neonato si ammala. E, naturalmente, è importante cercare un pediatra di fiducia con il quale entrare in sintonia e a cui rivolgersi senza remore per ogni dubbio, anche banale.
8. DEVO TORNARE IL LAVORO; A CHI È MEGLIO CHE LO LASCI?Non esiste una risposta universalmente valida, ma esiste, piuttosto, uno stato emotivo e psicologico in cui la mamma deve porsi nel prendere questa decisione. Al di là della scelta che faremo è il “come” la viviamo che fa la differenza: i bambini sentono ciò che la mamma sente, al di là di parole o gesti rassicuranti. Non c’è la soluzione perfetta. Se si ha la fortuna di poter scegliere tra nonni, nido o tata sarà necessario valutare pro e contro di ogni soluzione e decidere per quella che ci sembra più in sintonia con le esigenze del bambino e della famiglia.
9. MI SENTO IN COLPA PER IL POCO TEMPO INSIEME; COME POSSO RIMEDIARE?
Si sente spesso dire che è più importante per un bambino la qualità del tempo che si passa insieme a lui rispetto alla quantità. Ebbene, è davvero così e non è solo un modo dire! Una mamma, prima di essere tale, è una donna e una persona: non scordiamolo. Il bambino non ha bisogno di una mamma frustrata, che si sente perennemente in colpa o sbagliata, ma di una madre che, quando sta con lui (indipendentemente dal tempo!) sia presente non solo fisicamente, ma anche e soprattutto mentalmente. Una madre che sappia veramente sintonizzarsi con lui e con i suoi bisogni, esigenze ed emozioni.
Si sente spesso dire che è più importante per un bambino la qualità del tempo che si passa insieme a lui rispetto alla quantità. Ebbene, è davvero così e non è solo un modo dire! Una mamma, prima di essere tale, è una donna e una persona: non scordiamolo. Il bambino non ha bisogno di una mamma frustrata, che si sente perennemente in colpa o sbagliata, ma di una madre che, quando sta con lui (indipendentemente dal tempo!) sia presente non solo fisicamente, ma anche e soprattutto mentalmente. Una madre che sappia veramente sintonizzarsi con lui e con i suoi bisogni, esigenze ed emozioni.
10. NON RIESCO PIÙ A CURARE IL MIO ASPETTO, MI SENTO BRUTTA E IN SOVRAPPESO, MA NON HO PIÙ TEMPO PER ME…Dopo il parto, è normale che manchi (anche) il tempo per la cura di sé. Ricordiamoci però che si tratta, anche in questo caso, di prendere il giusto ritmo. Passati i primi tempi, riusciremo a ritagliarci momenti anche per la cura del nostro aspetto, individuando magari la fase della giornata in cui possiamo contare sull’aiuto pratico di una persona (il compagno, i nonni, un’amica), prendendoci inizialmente dieci minuti e poi via via un po’ di più. In quello spazio temporale dovremmo fare qualcosa che ci dia benessere: un bel bagno profumato, lavarsi i capelli con calma, uscire per una passeggiata o per una ceretta dall’estetista. Ci renderemo conto presto che, anche se il bambino piange qualche minuto o reclama la nostra presenza, farci una doccia al mattino o vestirci con un minimo di cura sono piccoli gesti che ci faranno sentire meno trasandate.
da IO DONNA